Il cambiamento strategico by Roberta Milanese & Giorgio Nardone

autore:Roberta Milanese & Giorgio Nardone [Milanese, Roberta & Nardone, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Business & Economics, General, Self-Help, Personal Growth, Social Science
ISBN: 9788833311524
Google: 3wZuDwAAQBAJ
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2018-09-26T22:00:00+00:00

Capitolo 6

Il cambiamento strategico

Il vero pericolo non è porsi obiettivi troppo alti e non raggiungerli,

ma è porseli troppo bassi e raggiungerli.

Michelangelo Buonarroti

Una volta esposti gli argomenti più significativi rispetto al cambiamento personale e a come questo possa essere realizzato, confrontando le prospettive teoriche che hanno offerto valide e attendibili formulazioni e formalizzazioni applicative, e dopo aver considerato anche i contributi delle neuroscienze alla conoscenza dei meccanismi cerebrali del cambiamento, non resta che tirare le fila di tutti questi illuminanti argomenti.

In primis, il fatto che il cambiamento è un fenomeno inevitabile e costante dell’esistenza di tutti i sistemi viventi, che nell’uomo assume maggiore complessità in virtù della sua maggiore evoluzione rispetto alle altre specie. In diretto rapporto con questo dato è il suo apparente contrario, ossia il fatto che ogni sistema vivente tende a resistere al cambiamento del proprio equilibrio, una volta che questo si sia costituito come omeostasi.

L’apparente paradosso della convivenza tra spinte evolutive e resistenze a cambiare l’equilibrio realizzato è in realtà il fenomeno alla base del funzionamento della vita di ogni organismo e, pertanto, non dovrebbe stupire, anche se continua a farlo. Da queste prerogative del cambiamento deriva che, se una persona vuole realizzare un passaggio da uno stato a un altro, dovrà necessariamente fare i conti con le sue stesse naturali resistenze a ciò, nonostante possa desiderare intensamente il cambiamento. Ciò significa che la volontà e l’esigenza di cambiare devono comunque affrontare e superare la resistenza che l’organismo porrà nei confronti di tutto ciò che intende alterarne l’omeostasi. Questo ci porta a considerare che la ragione, la volontà, così come il bisogno, non sono sufficienti per realizzare importanti cambiamenti, perché raramente riescono a sconfiggere le resistenze opposte loro dal sistema vivente stabilizzato nel suo equilibrio. Nemmeno l’acuta sofferenza, il più delle volte, è abbastanza potente da riuscire ad alterare tale omeostasi. È un fenomeno evidente nei pazienti con severe patologie che chiedono aiuto ma boicottano, consapevolmente o no, la terapia, non seguendo le prescrizioni o mettendole in pratica solo parzialmente. Sulla base di questa constatazione empirica, si è reso necessario escogitare espedienti in grado di aggirare le resistenze dell’individuo e permettere il cambiamento del suo modo di sentire e agire. Numerosi ne sono gli esempi dall’antichità a oggi. Questi sono spesso citati come effetti taumaturgici o magici oppure il guizzo del genio di un grande uomo, perché nella loro dinamica violano la razionalità e la logica lineare a cui l’uomo moderno, dopo averla formulata, si è assoggettato. Tuttavia, alcuni degli importanti autori che abbiamo citato sono stati in grado di dimostrare come tali suggestive forme di cambiamento possano essere riprodotte in termini di tecnica, una volta liberi dal vincolo della «dea ragione», capaci di spingere il nostro pensiero e la nostra azione al di là dei limiti da questa imposti. Come abbiamo visto, per rompere la persistente omeostasi di un sistema umano sono necessarie concrete esperienze, che possono essere sia eventi vissuti sia esperienze interiori destabilizzanti, frutto di potenti azioni all’interno di un dialogo in grado di

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